Islanda on the road #4 Pufferbacco!

Siamo andati alla ricerca dei puffin (pulcinella di mare, in italiano, o Fratercula artica, nella nomenclatura scientifica) pensando fosse un’impresa come scovare i Puffi (Smurfs, in inglese, Pitufos, in spagnolo). In realtà basta andare nel posto giusto, che è l’isola di Hafnarhólmi, Borgarfjörður Eystri, nel nord dell’Islanda.

Qui i puffin organizzano un enorme rave, che va da aprile ad agosto, e fortuna che la location è ben ventilata, perché l’odore del party è proprio quello che vi aspettereste. Insomma, belli i becchi rossi gialli e blu ma, ragazzi, la dieta a base di pesce non rinfresca certo l’alito. Scherzi a parte, quello che sto cercando di dirvi è che a Hafnarhólmi potrete osservare le pulcinelle molto da vicino.

Alcuni camminamenti di legno e una casetta di avvistamento vi permetteranno di raggiungere l’isola senza rovinare i tunnel scavati da questi simpatici uccelli, che vi nidificano a centinaia. Con un obiettivo fotografico di medio raggio, sgomitando un po’ tra le frotte di turisti guardoni, riuscirete a immortalarli mentre sorvegliano l’ingresso di casa e a osservare le loro buffe rincorse per spiccare il volo.

Se nel vostro viaggio in Islanda non prevedete di spingervi così a nord, ci sono alcuni punti di avvistamento anche sulla costa meridionale, ma vi serviranno un cannocchiale e una macchina fotografica molto più performanti. Noi, per esempio, abbiamo avvistato qualche esemplare a Dyrhólaey, tra le scogliere a picco sul mare.

Islanda on the road #3 Geysir e Laugarvatn

Il vulcanismo può avere diversi volti. Quello più impressionante è senza dubbio l’attività eruttiva dei vulcani e l’Islanda, da questo punto di vista, offre spesso spettacoli unici. La nazione ha dato perfino il nome ad una delle sette categorie utilizzate per classificare le eruzioni. I vulcani di “tipo islandese” sono quelli che espellono magma non da un cratere centrale ma da una lunga fessura nel suolo, come sta succedendo in questi giorni a Fagradalsfjall, nella penisola di Reykjanes (non lontano dalla capitale).

Le forze sotterranee possono manifestarsi anche in altre forme, altrettanto potenti e spettacolari. Uno degli esempi di vulcanismo secondario più noti è il fenomeno dei geyser. E, guarda un po’, anche questo termine viene dall’isola del fuoco e del ghiaccio. La parola, infatti, deriva dal verbo geysa, che in lingua norrena significa “sgorgare”.

L’area geotermica di Geysir (a ingresso libero), nel Circolo D’Oro, è disseminata di buche e pozze piene di gas, fanghi e acque roventi. Ma la vera star del sito è lo Strokkur, il grande geyser che, ogni dieci minuti circa, esplode in una colonna d’acqua alta fino a 40 metri. Sono sicura che non vi basterà vederlo eruttare una sola volta e, tra un getto e l’altro, vi divertirete a fotografare i vivaci colori dell’acqua e del suolo, dovuti alle diverse componenti minerali, che rendono questo luogo veramente magico.

Anche le fonti e i laghi termali sono parenti – diciamo cugini di gran lunga più simpatici – dei vulcani. Così, dopo aver visitato Geysir, potrete cercare conforto nella calde acque di Laugarvatn. Qui è presente anche una spa dove rilassarsi al termine di una giornata on the road.

Islanda on the road #2 Þingvellir

Visita Thingvellir, dove le vicende geologiche e quelle umane si legano in un paesaggio unico.

La storia islandese copre un arco temporale piuttosto ridotto se paragonato a quello degli altri stati europei. Gran parte di essa si è svolta a Þingvellir, dove le vicende geologiche e quelle umane si legano in un paesaggio unico.

Ce lo spiega un ranger del parco nazionale, accompagnandoci nella visita guidata gratuita che, alle 10, parte dalla Þingvallakirkja, la piccola chiesa ottocentesca eretta sulla riva del Þingvallavatn (il lago).

Di fatto ci troviamo su di un’area molto instabile, stretta tra la placca americana e quella europea. Ma non lasciatevi ingannare: le alte pareti di roccia che circondano il sito non segnano il limite tra le due zolle, sono bensì il risultato delle forze che agitano il sottosuolo del canyon. Microterremoti si scatenano sotto i nostri piedi anche in questo momento, senza che ce ne accorgiamo – dice il ranger; sembra una giornata così tranquilla, non ci si può mai rilassare in quest’isola – penso io.

L’acqua scorre fresca e placida sotto ai ventri delle anatre e sopra i dorsi delle trote, tra isolotti erbosi dove – ci fa notare la guida – si possono ancora scorgere le fondamenta di pietra degli edifici che ospitavano i clan norreni. Qui, una volta all’anno, verso la metà di luglio, i signori locali si riunivano in quella che può essere considerata una delle più antiche forme di parlamento (l’Alþing), fondata nel 930. Il luogo delle assemblee fu scelto proprio grazie alla ricchezza d’acqua di questa vallata, nella quale si getta anche una bella cascata (Oxararfoss).

Per seguire la visita guidata e affrontare la passeggiata fino alla cascata mettete in conto una mezza giornata. Il programma del pomeriggio nel prossimo post. Seguici per scoprire tutte le tappe del nostro viaggio in Islanda.

Iceland gallery

11 days around Iceland- giugno 2023

 In Islanda, la cosa peggiore che potete fare è sottovalutare il freddo!

Scopri di più sul nostro viaggio in Islanda: leggi i post.

Islanda on the road #1 Reykjavik

Reykjavik ci accoglie uggiosa e – forse per farci sentire un po’ a casa – con un filo di nebbia che avvolge i campi di lava appena fuori città. I sobborghi sfilano davanti ai finestrini del minivan appena ritirato. Mi viene subito da pensare che gli islandesi provino a compensare il grigiore del cielo con i colori sgargianti delle case tradizionali e dei tipici maglioni di lana.

Potrete trovare tutte queste cose (colori, case e maglioni) passeggiando per le vie che salgono verso la Hallgrimskirkja, l’edificio più iconico della capitale d’Islanda. Così, più che dall’esterno (che richiama le colonne di basalto del paesaggio vulcanico), sarete colpiti dall’interno. La navata è ariosa ed elegante, scandito da slanciate volte a sesto acuto, in perfetto stile neogotico. La luce la fa da padrona qui, come nell’avveniristica concert hall che sorge vicino al porto: l’Harpa, un edificio di acciaio e prismi di vetro che ospita spettacoli e convegni. Dalle sue vetrate potrete gettare uno sguardo sulla città e sulla marina vecchia, da cui partono pescherecci, navi cargo e le famigerate baleniere.

Chiudiamo il giro del centro puntando verso il lago Tjornin. È ora di pranzo e decidiamo di risparmiare tempo mangiando un hot dog passeggiando per Adalstraeti, la via più antica di Reykjavik. Prima di andarcene, infatti, vogliamo andare al Museo dell’insediamento, costruito attorno ai resti di un’abitazione vichinga. L’allestimento è ben curato, così – anche se non sono esposti pezzi di grande impatto – la visita risulta comunque piacevole: un piccolo viaggio nel tempo che racconta la storia della città, dal medioevo alla contemporaneità.

Van-life vs Val-life (in Islanda)

I miei amici non ci volevano credere ma è tutto vero: abbiamo viaggiato 11 giorni in minivan in Islanda. Ora, l’incosciente scelta è nata, da un parte, per contenere i costi piuttosto alti degli hotel islandesi, dall’altra, per colpa delle fotografie supercool contrassegnate dall’hastag #vanlife. Avete presente? Visi sorridenti e i calzini colorati che sbucano dai portelloni, panorami mozzafiato e tazze fumanti. Beh, non fatevi ingannare, dormire in minivan non è così esaltante. A meno che non siate piccoli hobbit, picchierete continuamente la testa o i gomiti o le ginocchia, insomma, rimedierete un paio di lividi per notte. Poi ci sono gli spifferi, che colpiranno infallibilmente l’unica parte scoperta del vostro corpo. Per dirne qualcuna.

Noi abbiamo noleggiato un Renault Express convertito in minivan. Ci è stato consegnato un mezzo nuovissimo e pulitissimo, con una buona attrezzatura per i pasti (fornello a gas, stoviglie, tavolo e sedie). Almeno per mangiare è fatta, vi direte. Ma la realtà è che, se il vostro campeggio non dispone di una cucina coperta, la vostra zuppa preparata en plein air ci metterà un’eternità a scaldarsi e un baleno a tornare fredda.

Ora che vi ho spaventato per bene, devo essere onesta e dire che, dopo qualche giorno, si diventa più pratici. Si riesce ad organizzare meglio il poco spazio disponibile e si diventa più scaltri nella scelta delle piazzole di sosta. Perciò, se volete viaggiare in Islanda risparmiando, valutate pure l’opportunità di noleggiare un minivan ma vi consiglio di fare, prima, un’esperienza in luoghi meno estremi per cominciare a prendere confidenza con il mood #vanlife.

In generale, che scegliate il minivan o altre soluzioni, sappiate che l’Islanda non è un luogo per chi soffre di cervicale, di meteoropatia o capelli crespi – anche se per quest’ultimo inconveniente si può optare per un bel cappello di lana (qui ne vendono di deliziosi, anche tessuti a mano intrecciando le lane vergini delle pecore che pascolano libere e placide nella verdi vallate, tra fiordi e vulcani). Partite bene attrezzati per vento e umidità! Anche in estate, le temperature sono molto basse e posso tranquillamente scendere sotto i 10 gradi. La cosa peggiore che potete fare è sottovalutare il freddo.

Se volete altri consigli pratici, scriveteci nei commenti. Per info sulle tappe del nostro tour, seguiteci: pubblicheremo presto foto racconti del nostro viaggio.